Come soldati in prima linea

L'inferno degli esami di ammissione nelle scuole della Korea del Sud

Tali infernali test, sono un evento annuale e diventano di un’importanza vitale, colmi di pressione a tal punto che alcuni studenti sono spinti dalla disperazione, addirittura a togliersi la vita

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L'inferno degli esami di ammissione nelle scuole della Korea del Sud

Le conversazioni tra uomini e donne sono vietate in una scuola alla periferia di Seoul , dove le telecamere di sicurezza controllano ossessivamente ogni movimento degli studenti. Non vi è alcun accesso a televisioni, Internet, telefoni cellulari o lettori MP3.

Benvenuti, dunque, alla vita monastica di un convitto per studenti che trascorre nove mesi dell’anno a prepararsi agli esami di ingresso al South Korea College, nella speranza di garantirsi un posto nella migliore università e un lavoro per tutta la vita in una società al top.

"Durante le ore di studio è difficile andare in bagno, anche se ne ho estremo bisogno. E’ anche molto dura svegliarsi la mattina presto", ha detto Um Hee-joon, 20 anni, all’agenzia Reuters, poche ore fa.

Quest'anno, i test, definiti della vita, iniziano l'8 novembre.

Tali infernali esami, sono un evento annuale in Corea del Sud, e diventano di un’importanza vitale, colmi di pressione a tal punto che alcuni studenti sono spinti dalla disperazione, addirittura a togliersi la vita. Oltre il 50 per cento di quelli, tra i 15 ei 19 anni, che si uccidono lasciano un biglietto dando la colpa del gesto allo “scarso rendimento scolastico e alla non possibile ammissione all'università", afferma la Statistica Nazionale della Korea.

Da compatire anche le centinaia di migliaia di studenti, circa il 20 per cento del totale, che sostengono gli esami due volte o anche più. Non sono delinquenti, ma semplicemente non sono riusciti a soddisfare le proprie aspettative e quelle dei loro genitori e, pertanto, devono sopravvivere a un altro anno di inferno.

Coloro che sono molto determinati, o disperati, possono decidere di trascorrere nove mesi in una delle 40 scuole private, come la Deung Yong Moon a Gwangju, nella periferia di Seoul, e di dedicare tutte le loro ore di veglia alla preparazione della prova.

Mentre, agli studenti maschi e femmine di studio della stessa classe è loro vietato di andare al negozio di snack, allo stesso tempo, sono obbligati a sostare in linee separate durante il pranzo mangiando in tavoli distaccati. Un appuntamento alla mensa è da scordarselo immantinente.

I ragazzi indossano tute blu come da regolamento, le ragazze rosse.

"Mi sento davvero soffocare qui. Ho messo per iscritto 100 cose che voglio fare dopo l'esame. Sicuramente, viaggiare di più", ha detto Cho Hwan, 20enne alla Reuters.

Si è detto, inoltre, molto frustrato da questi test veramente stancanti.

Per assicurarsi che Cho ed i suoi compagni di classe non sprechino invano il loro tempo, sono state allestite più di 80 telecamere a circuito chiuso. Le autorità di vigilanza monitorano ogni movimento degli studenti, cercando di sorprendere chiunque sia atto a sonnecchiare durante le ore di studio.

Se si rompono dette regole, gli studenti, di cui l'80 per cento sono maschi, ottengono dei "cartellini gialli". Nella peggiore delle ipotesi, potrebbero essere espulsi.

Il regime di studio si fa ancora più intenso un mese prima del giorno dell'esame. La scuola sottrae i telefonini e proibisce qualsiasi foglio, o carteggio, che non sia dato dagli stessi professori. Anche le visite dei genitori sono rigorosamente limitate.

“Gli studenti vengono cresciuti in un mondo pieno di libertà e sono quasi tutti coccolati", ha detto Han Sang-hee, Direttore della scuola, il cui nome si traduce in "Ingresso al successo."

"Noi (la scuola e gli studenti), siamo tutti d'accordo che l’ istruzione dovrebbe contribuire a far uscire fuori i migliori, quelli con maggiori capacità, attraverso una rigida disciplina e il controllo, come in una scuola di formazione militare. Così gli studenti potranno essere fieri di se stessi. I riservisti dell’esercito li scortano al luogo d’esame qualche volta", ha aggiunto.

Alcuni studenti vengono anche sottoposti all’azione del terapeuta, che li ipnotizza e poi intona loro a bassa voce, " Hai la più forte fiducia in te di tutta la tua vita", come se fosse già giorno d'esame.

“Ho passato un anno intero per conseguire questo esame. Spero davvero di ottenere un buon punteggio", ha riferito Cho.

E noi incrociamo le dita per lui.

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da Dania Aurora Mastrangelo il 29/11/2012 11:46:53

    Egregio Sig. Melani, le scrivo nella speranza di ricevere una sua risposta. Mi sorge un dubbio: per quale motivo parla con così tanta leggerezza di "vita monastica" o di "inferno"? Dovrebbe informarsi un pò meglio sullo stile di vita degli studenti sud coreani. Ma se questo lavoro non le interessa, proverò, nel mio umile italiano, a farle luce su un paio di punti riguardanti quello che lei chiama "inferno". Se avesse analizzaco con più attenzione lo stile di vita di uno studente sud coreano, e se poi lo avesse confrontato e paragonato con quello di uno studente italiano, avrebbe immediatamente capito che il vero inferno probabilmente non è in asia, ma è radicato per bene qui in europa. Seppure costretti a superare test di ammissione, si potrebbe dire che questo è l'unico e più importante sforzo che vien chiesto ad uno studente sud coreano(chiedo scusa per la ridondanza). Superato questo test, è tutto in discesa, o meglio, si studia in serenità senza ulteriori pressioni. Quindi se, superato il test, si ha accesso all'università, si conosce già in anticipo la durata del percorso di studi e quant' altro. Sicurezza che ricambia laudamente la così detta "vita monastica" di cui lei parla. A differenza qui in italia la mole di esami e di stress da studio, nonchè di incertezza (e chi più ne ha più ne metta) è a dir poco superiore, e se non ci sono suicidi è solo e soltanto perchè probabilmente la nostra società non prevede tale atto come alternativa alla "paura di non farcela". Qui preferiamo la droga...e glielo assicuro, le università ne sono piene.

  • Inserito da Loredana il 05/11/2012 14:55:05

    ...sicuro che si tratti di una scuola e della preparazione agli esami? Sembra un misto tra una scuola militare per corpi speciali e una sessione di torture più o meno psicologiche. Vanno bene la disciplina, il rigore, la determinazione, la forza di volontà...ma qui mi sembra un tantino esagerato. Dov'è finito il giusto mezzo?

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