l'impresa funebre

Morgan entrò nell'impresa funeraria per scegliere la bara

Mr Dieddry lo salutò all'improvviso, provandogli un vero spavento

di Il Raccontafavole

Morgan entrò nell'impresa funeraria per scegliere la bara

L’ incombenza di andare all’impresa funebre era toccata a Morgan. La nonna era morta e doveva scegliere una bara. 

Il locale funerario gli apparve subito molto lugubre e triste. 

Aveva una grande sala destinata alle veglie e Morgan l’attraversò molto lentamente, scrutando tutto quello che lo circondava . 

In quel momento non c’era nessuno, e tutto era silenzio.

Alcune lampade ubicate contro la parete spargevano una luce giallognola su alcuni poltrone scure e larghe, di apparenza antica, che essendo illuminate da dietro, allungavano le loro ombre fino al mezzo della stanza. 

C'era anche un tavolo di legno nero, e su di esso una corona di fiori e qualche vaso vuoto.  
Già, piuttosto impressionato da quel posto, quando il padrone dell'impresa di pompe funebri lo salutò improvvisamente, Morgan quasi emise un urlo isterico, poiché non aveva notato la sua presenza.

L’uomo tolse il ragazzo dall’imbarazzo dandogli la mano.

-       Suppongo tu sia Morgan Delany – disse il titolare di quel negozio così tetro, -Ciao!

-       -Sì, sono io, Mr. Dieddry-, rispose Morgan.

Dopo aver fatto le condoglianze al giovane, lo invitò in altra stanza per mostrargli la serie di bare esposte.  

Il ragazzo lo seguì lungo un corridoio semi buio, fino a raggiungere una camera espositiva.

La stanza colpì molto Morgan, ma tale emozione fu molto inferiore a quella provata quando entrò in un’altra camera attigua, piena di bare di tutte le dimensioni, dal legno d’ebano brillante alcune, opache altre.

Mr. Dieddry, guardò l'orologio e si scusò: - dovrò lasciarti solo per un momento. Oggi sono senza personale, e ho il crematorio accesso, quindi devo controllarlo ogni tanto. Puoi scegliere, nell’attesa,  quella che più ti piace, e quando tornerò, tra pochi minuti, mi indichi la tua preferenza. Torno subito –

Morgan fece uscire dalle labbra un flebile sì e salutò l’uomo che se ne andò balbettando qualcosa tra se’ e se’.  

Il ragazzo, pur di uscire da quel posto, avrebbe voluto scegliere la prima bara sotto gli occhi ma, ripensando alla sua amata nonna decise di scegliere quella per lei più adatta e presentabile.

Si guardò intorno e vide quella che sembrava più appropriata. 

Si avvicinò, allora, a esaminarla da vicino. Prima di raggiungerla, però, si fermò incuriosito da un urlo soffocato. 

Girandosi cercò l’origine di quel suono, che ad un certo momento gli parve una specie di lamento, di pianto circoscritto a quella stanza. 

Di colpo ebbe a bloccarsi per udire meglio, e dopo un istante di attesa quel gemito si udì ancora.

Il suono proveniva da una piccola bara, che per le sue dimensioni poteva essere solo adibita ad un bimbo, un bambino vivo che tutti credettero morto, pensò dandosi una spiegazione Morgan.

Era stato rinchiuso e sigillato, e al ragazzo non riuscì liberarlo pur dopo molti e vani tentativi.

Disperato, corse verso la porta da dove era uscito Mr. Dieddry, e subito se lo vide innanzi e al racconto di Morgan si dimostrò alquanto stupito e incredulo.

-       In questa stanza non mettiamo mai i morti – disse l’uomo, -e non abbiamo ricevuta nessuna richiesta, per bare da bambino, in questi ultimi 20 giorni-.

Ritornati nella camera e aperta la bara, non più sigillata agli occhi di Morgan, la stessa si mostrò completamente vuota all’interno.

Il giovane, preso da sconforto, e con il desiderio di lasciare immediatamente quel luogo funesto disse che forse si era immaginato tutto.

Definì l’acquisto e se ne andò in tutta fretta.

Lasciata l’impresa funebre, dopo pochi metri, Morgan riconobbe un sommesso lamento già ascoltato qualche minuto prima, ma che stavolta era facilmente comprensibile:- Moorgan, non lasciarmi, Mooorgan torna indietro…- 

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da cristina il 08/09/2012 16:55:15

    Atmosfere alla Poe

  • Inserito da Teresa malaspina il 08/09/2012 15:41:26

    Se solo qualcuno riuscisse a notare quel filo sottilissimo che separa la vita da una morte che ha già invaso troppe cellule,forse ci troveremmo in una realtà molto più ampia di quanto potremmo pensare.Questa è la pandemia senza vaccini.

  • Inserito da marinela Rita TupilatI il 08/09/2012 15:36:00

    molto bello il racconto e significativo ,grazie carissimo Maximilian ,abbraccio

  • Inserito da Loredana il 08/09/2012 14:35:24

    ...io sarei già svenuta, a sentirmi chiamare per nome, dopo essere uscita da lì. Altro che urla isteriche! All'improvviso, non sento più tanto caldo...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.