E Galliani filosofeggia

Cassano, colpito da sofferenza cerebrale.

Anche un intellettuale pistoiese anni fa colpito da ictus.

di  

Cassano, colpito da sofferenza cerebrale.

Antonio Cassano

Sono sinceramente dispiaciuto per quanto accaduto a Cassano. “La sofferenza cerebrale su base ischemica”, che ha colpito il giocatore ha lasciato con il fiato sospeso centinaia di appassionati di calcio e sostenitori del 28enne attaccante milanista.

Via vai di persone famose e non, si sono succedute all’ ingresso dell’ospedale Policlinico di Milano in preoccupante apprensione. Perfino una lettera scritta, di proprio pugno(?), da Maradona che lo invita ad avere forza e coraggio. Giocatori di quella e di questa squadra, dirigenti sportivi, personaggi dello spettacolo e gente comune che entrano ed escono per portargli i propri voti augurali.

Finalmente un sospiro di sollievo quando Galliani, alto dirigente del Milan, conferma il ritorno all’attività agonistica del barese fra 2-4 mesi, il tempo richiesto dalla medicina sportiva.

Il Milan, sia tramite il proprio sito, sia a mezzo televisivo che non gli manca, ha sentitamente ringraziato le strutture mediche dell’ospedale per il grande lavoro che stanno compiendo e ha voluto dedicare un saluto anche a tutti tifosi, non solo milanisti, che lo stanno incoraggiando e sostenendo.
Ancora Galliani, con fare paterno, ha voluto tranquillizzare il ragazzo dicendogli “ ti è capitata una disgrazia, ma ti è andata di lusso. Certo, meglio se non fosse successo niente, ma tant’è… accettiamo com’è andata”. Seneca non avrebbe potuto esprimersi meglio.

E fin qui, tutti d’accordo: un giovane ragazzo, per di più famoso, colpito da un evento  di tale tragicità, così allarmante per qualsiasi genitore o parente che sia; tale da incupire tutta la fossa dei leoni, e non solo. La madre piangente, la moglie al cellulare distrutta dal dolore e un piccolo a casa che lo attende non consapevole di cosa sia accaduto al padre.

Si, mi associo allo straziante stupore di tutti, di Fiorello, di Materazzi, di Mentana, di Berlusconi, etc etc

Alcuni mesi addietro, il professor Roberto Carifi - scrittore e poeta pistoiese di grande spessore- ha dovuto piegarsi all’ingiusta insorgenza del fato o di come meglio vogliamo chiamarlo, perché anche lui colpito da Ictus, non a livello di Cassano, ma molto peggio. Adesso è semi paralizzato con la favella non più sciolta come prima, con un braccio sofferente e lo sguardo talvolta perso nel vuoto. Persona dagli altissimi valori morali e dalla graffiante intelligenza, ha saputo affrontare la cosa in prima persona, con coraggio e rabbia, tanta rabbia: perché al momento della tragedia non aveva ancora 60anni, quindi ben preparato per un’altra fetta di strada da percorrere. Bene, Roberto non ha avuto la pubblicità mediatica di un calciatore o di un divo dello spettacolo. Non hanno fatto la fila al suo capezzale insigni personaggi dello sport o della politica; non hanno sbandierato il suo nome in tutte le Tv o radio della penisola italica. Ha percorso questo devastante cammino, principalmente da solo, sorretto di volta in volta da questo o quell’amico che ha tentato di rincuorarlo e di spronarlo a reagire. Intrappolato in un luogo angusto e stretto, obbligato a stare immobile per certi esami di risonanza magnetica, avete la minima idea di cosa ha sofferto quest’uomo? Come ha sempre detto lui « io sono stato creato per muovermi e se i miei arti sono costretti all’immobilità è inutile vivere. Meglio la morte, un dolce, rilassante, risolutivo sonno eterno”. Roberto Carifi sta lottando anche contro questa disperazione dell’anima, quest’orrenda sensazione di prigionia dalla quale sa che venirne fuori è molto dura. Spesso afferma che gli tocca riaprire gli angoli del passato, perdendosi in essi, socchiudendo gli occhi, e catapultandosi in uno spazio tridimensionale che possa permettergli una specie di viaggio in quella che fu una vita abbellita da sprazzi di felicità.  Un viaggio che può ripetere ogni volta lo desideri, basta ne abbia il minimo rimpianto.

A me dispiace tanto di Cassano il famoso, ma mi disturba maggiormente la solitudine voluta di questo intellettuale, eroe moderno della cultura, di questo Enea del ventunesimo secolo che, spero, come il semidio della mitologia greco-romana, possa imbracciare le armi della tenacia, della pazienza e della volontà assoluta per combattere e vincere la sua contesa.

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