crime scene do not cross

Donald Henry Gaskins, la morte

A 5 anni nota una grossa biscia con un ratto in bocca e tale scena gli causa una simultanea erezione

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Donald Henry Gaskins, la morte

Donald Henry Gaskins

Donald Henry Gaskins, è stato uno dei serial killer più prolifici degli Stati Uniti d’America, operante nel South Carolina dal  1955 al 1977 e, trasformando quest’area in qualcosa di veramente inimmaginabile. 

Il sadismo è insito in lui fin dalla giovane età.

A 5 anni nota una grossa biscia con un ratto in bocca e tale scena gli causa una simultanea erezione.

A sei, sette anni sviluppa una “profonda sensazione di fastidio”, come avere una palla di piombo nello stomaco che gli procura in continuazione dolore e tensione. Conferisce questo malessere alle percosse subite in passato e aumenta in lui una rabbia profonda verso il mondo che lo circonda.

L'obiettivo degli omicidi di Gaskins è principalmente focalizzato sulle donne, sebbene la motivazione, a tutt’oggi, non sia chiara.

La sua carriera criminale inizia con piccoli furti in luoghi bui, e dopo è presto lastricata di sangue e malefatte.

Un matrimonio precoce e la paternità non ammorbidiranno una vita brutale e aggressiva.

Donald Henry Gaskins, viene al mondo con un fisico molto minuto e una limitata intelligenza. Ma non tutti gli uomini piccoli e stupidi commettono omicidi in serie.

Le sue forme, quasi nanesche, innescano nella sua mente non eccelsa i primi attacchi adolescenziali verso il sesso femminile e le prime condanne al carcere.

Ma, le forze dell’ordine, ormai a conoscenza del temperamento animalesco dell’uomo, come mai non mettono fine a questi continui crimini che imperversavano fino al confine della Carolina del Sud.

Gaskins, riesce addirittura a pianificare i suoi attacchi rispettando un percorso stradale ben preciso, posizionandosi in luoghi bui e appartati ove gli è facile colpire e fuggire senza essere visto. Egli sostiene un odio profondo per le donne, ma la vera origine non è mai stata accertata. 

Il fisico di Donald Henry determinò in modo così risolutivo la sua vita, o solo la sua psiche ammalata lo condizionò verso un comportamento aggressivo e fuorviato, con l’unico scopo di porre fine alla vita degli altri?

Con il soprannome Pee Wee  (soldo di cacio), dovuto alla sua piccola statura, fa parte di un gruppo di ragazzi, Danny e Marsh, noto come il Trio dei Guai

Essi, trascorrono le giornate compiendo furti con scasso e altri crimini.

In una di queste rapine viene riconosciuto da un compagno di classe e arrestato, ma prima di ciò violenterà -assieme agli altri due- la sorella di Marsh.

In merito all’accaduto, così dirà agli inquirenti. « L’abbiamo presa e portata in un posto isolato, l’abbiamo stesa a terra, le abbiamo tolto i vestiti e ci siamo messi ad annusarla e a palparle la f… e a succhiarle le piccole t…. e a farci succhiare i nostri …., poi l’abbiamo sbattuta in entrambi i buchi. Tutti e tre abbiamo goduto non so quante volte. Era come se non riuscissimo a fermarci. Ma anche se non l’abbiamo picchiata e non le abbiamo fatto male in alcun modo, lei si è messa a piangere e a pregarci di smettere, ma noi non potevamo. Era troppo bello».

Dopo tale accadimento viene rinchiuso in un Carcere minorile dove, diciottenne, è sessualmente violentato da un gruppo di coetanei .

Ancora, però, la sua psicologia criminale e aggressiva non è diagnosticata dagli psicologi della galera.

Qui intuisce che l’unica soluzione ai suoi problemi è diventare egli stesso un leader della prigione e, per tale prospettiva, uccide un boss dei detenuti.

Da quel giorno l’omicidio diventa la sua unica via praticabile per avere ogni cosa che desidera.

Esce di galera e gira il Paese come aiutante di un sacerdote itinerante.

Ma la sua fissazione per il sesso lo rispedisce presto in gattabuia per 6 anni, a causo di uno stupro di una dodicenne; siamo nel 1963.

Ne uscirà nel 1969, avverandosi, come disse in un interrogatorio, il “miracolo splendente”, l'illuminazione.

E’ possibile sfogare i propri istinti sessuali e sadici senza dover tornare ogni volta in galera? Sì, uccidendo sempre la vittima di turno e facendo sparire il cadavere. Questa fu la sua folgorazione dettata dalla mente sofferente.

«Mentre stavo viaggiando attraverso la contea di Sumter, avvenne un vero e proprio miracolo che cambiò per sempre la mia esistenza. Era il 9 settembre del 1969.

 Era pomeriggio inoltrato quando finalmente ne vidi una che stava facendo l’autostop sulla strada. Era bionda, abbronzata e decisamente attraente. La giudicai sui 18-19 anni.

Mi fermai e la caricai a bordo.

Le chiesi dove stesse andando. Lei iniziò a parlare come una macchinetta.

Quando fermai l’auto e mi voltai a guardarla, quello fu il momento in cui si realizzò il miracolo splendente. Nella testa si è fatta strada la risposta a tutti i miei problemi.

E la risposta era davvero semplice: quello che dovevo fare era ucciderla.

Mi ricordo che ho riso a me stesso e mi sono chiesto perché diavolo non ci avessi pensato prima.

Se lei moriva, non avrebbe potuto raccontare a nessuno, e tantomeno alla legge, quello che le avevo fatto – così, una volta che avevo deciso che, in ogni caso, lei doveva morire, mi sentivo libero di farle tutto quello che volevo.

Tutto quello che volevo. Quella notte, mentre guidavo per tornare a casa, ho messo la radio a tutto volume e ho cantato per tutto il tragitto.

Mi sentivo così meravigliosamente bene come non mi ero mai sentito in tutta la mia vita.

Qualunque senso di oppressione che normalmente mi avvolgeva era scomparso mentre uccidevo, stupravo e torturavo quella ragazza.

E, da quel momento in poi, quando la sofferenza tornava ad avvolgermi, sapevo cosa fare per ricacciarla indietro».

Da quel giorno la sua illuminantefollia lo esalterà a tal punto che, nei sei anni successivi, ucciderà un numero esorbitante, mai definito esattamente, di persone.

Qualche responsabile delle forze dell’ordine azzarderà delle valutazioni, grazie anche alle testimonianze di Gaskins, intorno alle 100 unità, senza però escludere che siano oltre le 200 vittime.


Il killer differenzia i suoi assassini in due categorie: quelli Gravi e quelli degli Autostoppisti.

La prima concerne le vittime personalmente da lui conosciute, mentre la seconda quelle puramente occasionali.

«Gli Omicidi Gravi sono facili da enumerare. Mi sembra che il totale complessivo sia intorno ai 31 massimo 33.

Per quanto riguarda gli Omicidi degli Autostoppisti, onestamente (!), posso dire soltanto quello che ricordo. Il numero totale è molto complicato da ricordare perché nella mia mente si affolla una ridda di nomi, di volti e di cose che ho fatto a loro. Quando inizio a contare mi perdo in qualche ricordo particolarmente piacevole e divento così eccitato da perdere la cifra. Penso che la stima più realistica sia tra gli 85 e i 95 omicidi.
Questo vuol dire che la somma degli omicidi che ho commesso dovrebbe aggirarsi intorno ai 110, cadavere più, cadavere meno».

Saranno ben 10 gli assassini di autostoppisti che lo porteranno, nel naturale e squilibrato evolversi della sua delirante azione, ad ammazzare brutalmente anche presone conosciute le quali, affermerà lui “ mi hanno fatto dei torti” (Omicidi Gravi).

Janice Kirby sua nipote, e l’amica di sedicenne, Patricia Alsbrook sono tra le prime vittime.

Una sera al drive-in movie Gaskins fa bere molta birra alla nipote a tal punto che l’amica Patricia chiede all’uomo di riportarle a casa con l’auto.

Lo psicopatico prima le accompagnerà a casa sua, le farà fare una doccia e dopo le massacrerà senza pietà alcuna.

Agli inquirenti e alla sorella racconterà di averle accompagnate solo all’autobus perché dovevano vedersi con degli amici.

La sua versione dei fatti reggerà e non verrà indagato, sebbene più di una volta segnalato alla polizia come una delle ultime persone viste in compagnia di quella o talaltra vittima, riuscendo sempre a scamparla grazie soprattutto al suo fisico esile e all’abilità di crearsi alibi veritieri.

Gli investigatori, comunque, indagheranno nell’area delle sue conoscenze ma otterranno quasi puntualmente le mesme risposte: “ E’ un piccoletto totalmente inoffensivo, e con la sua stazza non ce la farebbe contro nessuno”.

Ora, è obbligo chiederci, come sia possibile che Gaskins, valido per uccidere un bruto galeotto a sangue freddo e con tutti quei precedenti indizi, possa essere considerato dalla polizia “innocuo”.

Cosa avranno provato tutti quei signori delle forza dell’ordine che se lo sono palleggiato continuamente, quando in seguito è emersa la verità?

Quante azioni disumane avrebbero potuto sventare?

Dirà ai detective: « Alcune di esse le ho smembrate, e altre bruciate. A una ragazzina ho infilato un fil di ferro in un buco e dopo l’ho appesa al soffitto.

Un’altra l’ho riempita di acqua fino a farla scoppiare, come facevo con le rane, ma è morta troppo velocemente, e la cosa mi ha sorpreso, quindi non l’ho fatto più. Ho sempre preferito tenerle in vita il più a lungo possibile. Ho sempre dedicato molto tempo a ogni vittima, e quando ho finito di divertirmi, di solito le ho uccise allo stesso modo della prima – riempiendole di pesi e annegandole per far sparire i corpi».

Quanto sopra spiega alla perfezione quanto l’uomo fosse sadico e disumano, così preso indirettamente dall’eliminare ogni tipo di classificazioni e di criteri di profiling.

La vittimologia nel suo caso è inesistente.

Egli opta, con maggior predilezione, verso le ragazzine, ma ammazzerà senza pensarci due volte anche anziane signore e ragazzi, senza rispettare alcuna considerazione corporea ricorrente.

Di ripetitivo c’è solo il rapimento degli autostoppisti, le interminabili violenze e stupri, gli omicidi per affogamento, ma non sempre.

C’è da aggiungere, tuttavia, che le afflizioni alle vittime risulteranno tra le più differenti, sperimentando ogni volta qualcosa di nuovo e, pertanto, non lasciando in evidenza nessuna “firma” tangibile.

Un giorno decide di dare un passaggio a due donne alte e dai capelli lunghi. Quando però le avvicina chiedendo loro se vogliono salire in auto si accorge che sono maschi. Dopo un breve attimo di esitazione decide di farli salire. Saranno questi due ragazzi capelloni le sue prime vittime di sesso maschile.

Li porterà, con delle scuse, nel suo luogo prescelto, li abbatterà prima con una mazza, li torturerà sodomizzandoli a sangue e asportandogli i genitali, che poi cucinerà e mangerà davanti a loro, prima di finirli.

Pochi mesi dopo, decide di dare un passaggio a Doreen Dempsey, 23enne incinta, e a sua figlia Robin Michelle (di appena 2 anni!). Lui le conosceva e quindi gli fu facile ingannarle.

Fermatosi in un bosco, non lontano dalla città, violenterà selvaggiamente la madre e subito appresso la piccola, massacrandole entrambe. “ E’ stato il miglior sesso della mia vita”, affermerà senza riguardo alcuno ad un inquirente.

Questa ossessione verso l’omicidio e l’atto sessuale aumenterà senza mai fermarsi, finché , una mattina, non riuscendo a liberarsi da solo di due cadaveri chiederà aiuto a un amico insano di mente: sarà uno dei due suoi cruciali sbagli.

Il secondo lo commetterà violentando e uccidendo una giovane di nome Kim Ghelkins, abitante nello stesso quartiere e che frequenta di sovente casa sua.

Quando i genitori, si accorgono del ritardo della figlia, sospettano subito di Gaskins e lo denunciano per rapimento alla polizia del distretto.

Ogni prova però non risulterà schiacciante come pensavano gli inquirenti, dopo aver buttato all’aria la casa dell’uomo, ma la testimonianza dell’amico ritardato permetterà loro di accusarlo di un omicidio.

Walter Neely, il nome dell’amico, in tardo pomeriggio, dopo pochi minuti di interrogatorio serrato, condurrà  gli investigatori nel cimitero personale di Gaskins, ove rinverranno ben otto corpi orribilmente straziati.

La condanna, da tutti voluta,  alla sedia elettrica verrà poi commutata in ergastolo perché in Nord Carolina viene abrogata la pena di morte.
Nel 1982 Gaskins ammazza nel bagno della prigione un detenuto (con dell’esplosivo!), perciò nuova condanna stavolta alla sedia elettrica (intanto riammessa nel 1977).

Morirà per scariche elettriche il 6 settembre 1991.

Gaskins, nel periodo di prigionia, notando che non era classificato dai media come uno dei serial killer più famosi, in quanto altri avevano maggiore notorietà di lui e, su tutti, Charles Manson, frutto avariato di una effimera idea di libertà partorito dalla mortificazione di non essere nessuno, consegnò la sua deprecabile fama di assassino seriale a un’autobiografia scritta con l’aiuto di Wilton Earle romanziere, mentre era nel braccio della morte: Final Truth. The Autobiography of a Serial Killer.

Appena sotto, a concludere, questa puntata di Profili Criminali, un passaggio del libro:

« Dopo aver visto il miracolo della luce, io non ho più avuto paura e non mi sono sentito obbligato a obbedire alle Regole di nessun Uomo e nessun Dio.

Quando loro mi uccideranno, io morirò ricordando la Libertà e il Piacere ottenuto nella mia Vita.

Morirò sapendo che ce ne sono molti altri che potranno prendere il mio posto – e la maggior parte di essi non sarà mai catturata.

Morirò in pace perché il mio nome vivrà in eterno, finché gli uomini avranno la memoria -

- fino a quando parleranno del bene e del male

- e fino a quando leggeranno le mie parole della Verità Finale».

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    7 commenti per questo articolo

  • Inserito da ingrid brunazzi il 16/06/2012 16:43:21

    LA MORTE NON ESISTE ...E LA VINCEREMO

  • Inserito da a.passera il 16/06/2012 16:41:24

    Il disprezzo per la vita degli altri è il comune denominatore di ogni seria killer, ma la stranezza di non aver compreso il significato delle lacrime per il dolore afflitto alle vittime ,mi lascia sconcertata. Puo il proprio piacere essere necessariamente condiviso da chi non lo ritiene tale ? No di certo ,la confessione di questa quasi ingenuità ,mi stupisce, oltretutto è rimasta tale anche dopo" l illuminazione " e i tanti delitti commessi. Un appunto molto severo và alle forze dell ordine che per troppo tempo hanno preso sottogamba le innumerevoli sparizioni come fughe volontarie. POTEVA ESSERE FERMATO IN TEMPO .Sono contenta, si fà per dire che non è mai giunto alla notorietà sperata,surclassato da Manson, per altro solo mandante di una quaratina di omicidi.

  • Inserito da OLGA il 16/06/2012 13:59:20

    BRIVIDIIIIIIII

  • Inserito da aldo il 16/06/2012 13:56:14

    Sono pienamente in accordo con Loredana, che ha saputo interpretare alla perfezione l'articolo

  • Inserito da GUIDO il 16/06/2012 13:41:58

    Che humanitas!

  • Inserito da Loredana il 16/06/2012 13:39:40

    Tutti gli assassini di cui abbiamo letto le vite orribili finora, erano pazzi assolutamente al di fuori delle regole, convinti di essere al di sopra di tutto e tutti. Ma questo Gaskins li supera tutti in quanto ad arroganza, odio e disprezzo verso il prossimo. Continuo a domandarmi come fanno ad essere così poco efficienti le forze di Polizia e così orribilmente di successo gli assassini feroci come questo. Almeno, breve consolazione amara, costui non calca più questa terra...

  • Inserito da beatrice.guglielmi il 16/06/2012 13:38:28

    Affresco raccapricciante di una personalità contorta e pervasa solo dal demone del sadismo

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