Corpus Domini

Tempo di Infiorate, Processioni e macchine dei Misteri

Diffusasi gradualmente nelle varie province italiane la festa tradizionale ha assunto in ciascun luogo forme diverse

di Marina Cepeda Fuentes

Tempo di Infiorate, Processioni e macchine dei Misteri

L'infiorata di Genzano

Domenica prossima si celebra la festa del Corpus Domini con processioni e con le cosiddette infiorate tipiche dell'Italia centrale.  La più nota è l'infiorata di Genzano, una cittadina sui colli Albani a sud di Roma dove una via del paese viene letteralmente ricoperta  da grandi quadri formati da  fiori.  Per eseguire l'opera la strada viene divisa in tanti settori di venti metri per nove. L'infiorata rimane intatta fino al passaggio della processione che la calpesta.

Così avviene anche alla "Fiorita" di Cetona, in Toscana e al "Tappeto di petali" di Spello in Umbria, dove ogni rione sceglie in gran segreto il tema da  comporre.

Ma l'infiorata più suggestiva si svolge a Bolsena, sul lago omonimo, Perché proprio a Bolsena avvenne il miracolo che spinse papa Urbano IV a istituire questa festa per tutta la  Chiesa universale.

Ma andiamo per parti. La prima a proporre un ufficio in onore del corpo del Cristo fu santa Giuliana di Cornillon o di Liegi, una monaca del secolo XIII che aveva più volte una strana visione: al momento della preghiera le appariva la luna cui mancava sempre un pezzetto. E lei credeva che quella luna simboleggiasse una  lacuna nella liturgia cristiana, la mancanza di una festa in onore del  Santissimo Sa­cramento. La sua idea fece proseliti, fra cui il futuro papa Urbano IV; sicché la solennità cominciò  a celebrarsi prima a Liegi e poi in tutta la Germania.

Ebbene, nel 1263 un sacerdote boemo, Pietro di Praga, che dubitava della  transustanziazione, arrivò a Roma  in pellegrinaggio. Durante il viaggio di ritorno lungo la Cassia, fece una tappa a Bolsena. La mattina, mentre stava celebrando la messa nel magnifico Santuario di Santa Cristina vide stillare dall'ostia consacrata del sangue che bagnò il corporale e il marmo del pavimento. La pietra macchiata di sangue è ancora visibile nel santuario  di Santa Cristina, mentre il corporale si trova a Orvieto dove venne portato a papa Urbano IV che vi dimorava allora e che  decise di  estendere la festa del Corpus Domini a tutta la Chiesa.

Il Papa, che già aveva intenzione di estendere la festa del Corpus Domini,   incaricò  san Tommaso d'Aquino di scriverne l'ufficio con una serie di inni, fra  cui  il "Pange lingua" che s'inizia  con il celebre verso "Tantum ergo sacramentum", e istituì  la festa l'8 settembre 1264.

In ricordo dell'arrivo del corporale macchiato di sangue nacque a Orvieto nel 1337 una processione-corteo storico che si è arricchita nel corso dei secoli sino a diventare oggi in una spettacolosa sfilata di oltre trecento personaggi che  impersonano il potere civile, la forza militare  e l'autorità  religiosa del libero comune. I Quartieri, costituiti dai vari rioni in cui era suddivisa Orvieto, offrono alla sfilata una variopinta rappresentanza di figuranti con tamburini, trombettisti, portatori di ceri, sbandieratori, vessilli, vessillifero maggiore e anteriore. 

Fra le tante feste in onore del Corpus Domini la più originale si svolge a Campobasso: la spettacolare processione, detta dei Misteri, risale al secolo XVI,  quando cominciarono a sfilare  quadri viventi che illustravano scene di vita del Cristo o dei santi più venerati nella cittadina: erano trasportati  a braccia su barelle di legno dai fedeli stessi. 

Le attuali macchine dei Misteri, straordinarie per eleganza e leggerezza, sono nate più tardi, nel  secolo XVIII. Le ideò, su commissione delle confraternite, lo scul­tore Paolo di Zinno di Campobasso.   I 24 Misteri ideati dallo scultore vennero sotto­posti a collaudo ma, secondo  una tradizione orale non documentata,  i sei che si con­servavano nella chiesa di San Leonardo non ressero alla prova. Degli altri diciotto sono rimasti 12 che  sfilano attualmente  nella processione.

Un cavallo bianco "parato", cioè ricoperto di splendide coperte, è invece al centro della processione del Corpus Domini a Brindisi. Questa tradizione si ispira  a un episodio che risale al secolo XIII, quando san Luigi IX, re di Francia,  tornando dalla crociata su una nave che portava l'Eucarestia, fu sorpreso dalla tempesta. Scampato alla furia degli elementi, riuscì ad approdare  nei pressi della spiaggia di Torre Cavallo, in un luogo che dista circa tre chilometri da Brindisi. Preoccupato per l'Eucarestia, mandò a chiamare il vescovo di Brindisi che arrivò in sella a un cavallo bianco.

Ebbene, quando, qualche anno dopo, venne istituita la festa del Corpus Domini i brindisini, che ricordavano ancora quell'episodio,  decisero di celebrare la festa con la processione del "cavallo parato" che reca il Santo Tabernacolo sulla groppa percorrendo l'itinerario tradizionale.  Per l'occasione  i balconi vengono drappeggiati  mentre la folla lancia  sul corteo una pioggia di fiori.

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