Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Copertina del libro
Il titolo, più che alla lettura potrebbe ispirare alla fuga: Il bigodino di Rosalba dà infatti un’idea …. rosa shocking e al massimo lo si relegherebbe per l’appunto nella letteratura da parrucchiere. Ma se il titolo sgomenta, il sottotitolo sconcerta e intriga: la filosofia è ovunque o in nessun luogo?
Un vecchio e maligno adagio recita che la filosofia è quella cosa con la quale o senza la quale si rimane tale e quale. Il libro di Oriana Guarino, docente di storia e filosofia in un liceo della provincia di Firenze, sembrerebbe in parte, paradossalmente, voler confermare un tale assunto. Ma il discorso dell’autrice è molto più intrigante e sottile. Se l’idea di rendere la filosofia appetibile e persino digeribile (impresa omerica se non titanica) al grande pubblico poteva essere alla base dei libri di Luciano de Crescenzo, che ebbero in effetti un momento di grazia ma di cui oggi si parla ben poco, la Guarino cerca di fare un passo ulteriore e di chiamare la filosofia al confronto e al cimento con la realtà della vita quotidiana: un po’ far cozzare l’aulico con il prosaico, come avrebbe detto Montale. E il cozzo si sente e come e ne deriva un effetto spesso decisamente comico: come quando la parrucchiera Rosalba chiede all’autrice quale sia la sua occupazione . “ ah, insegna filosofia …. E in pratica…? “
Già, in pratica. La Guarino, autrice dotata non solo di un senso dell’umorismo talvolta sottilmente perfido ma anche di una sana e buona dose di autoironia (come dicevano i saggi di Goliardia “Chi non sa ridere di se stesso non ha il diritto di ridere degli altri) mette così in campo se stessa, come già aveva fatto nel suo libro precedente, la sua passione e la sua professione con le necessità e le incombenze della vita di tutti i giorni. Con esiti e risultati decisamente fuori di chiave: così un banale colloquio dal fruttivendolo sulle pesche a pasta gialla può scatenare una riflessione sui sofisti e il potere della parola, mentre una meditazione in autostrada può benissimo ispirare una panoramica sulle vie che conducono a Dio, che spesso però, almeno per l’autrice, si rivelano vicoli ciechi.
Protagonista del libro è dunque una donna nella quale molte potrebbero riconoscersi, se non fosse per quel suo sguardo ‘strano’ col quale passa al setaccio la quotidianità. Uno sguardo fatto di disarmante ingenuità e di sarcastico cinismo, di scetticismo e struggente voglia di capire cosa accade. Non è difficile ravvisarvi l’autrice anche per i numerosi riferimenti alla sua professione; e qui la Guarino scatena quella che è forse la sua vena più feroce e felice, quella del ritratto di ambienti scolastici e anche di certe colleghe, più naturalmente egli studenti: cinici, disincantati e spesso ignorantissimi, ma tutto sommato simpatici e benevoli nei confronti di una “proffa” che suda sette camicie per cercare di far entrare dentro zucche marmoree gli eterei concetti dell’Essere Parmenideo e dei paradossi degli stoici. Una scuola, specie in provincia, dove il ruolo dell’insegnante è sovente sempre più svilito e svalutato(spesso per colpa dei “prof” e delle “proffe” in primis) e dove si aggirano inquietanti presenze, come la magistrale “psicotuttologa” Samantha ( “ Samantha, con l’acca aspirata, una tipa allucinante che si fa chiamare dagli studenti per nome, nome che suggerisce piuttosto quello di una massaggiatrice, eventualmente di una compagna di merende”)
E così, In ognuno dei 17 capitoli in cui si articola il libro troviamo questa buffa donna impelagata nelle situazioni più normali: dalla parrucchiera, al supermercato, dal fruttivendolo, nella sala d’aspetto di uno studio medico, dal podologo, e così via. Mentre vive, essa si pone domande su ciò che sta vivendo. Ad esempio: come può quella sua collega orrenda apparire bella al marito innamorato? Cos'è allora la bellezza? Perché le persone colte sono spesso più stupide di quelle ignoranti? Come mai le capita di non conoscere neanche i nomi dei lavori che fa la gente? Dove sta andando la realtà? Perché proprio a lei si è rotta la marmitta dell’auto?
Un libro dunque che affronta vari temi con vari toni; e se a volte il tentativo di inserire complesse questioni filosofiche e esistenziali in una cornice di dimessa e prosaica quotidianità lascia intravedere un certo sforzo, il libro è nel complesso gradevole e di buona lettura, stimolante alla riflessione ma …. con il sorriso e la risata a portata di pagina. Certo, le numerose domande che l’autrice pone e si pone, con o senza sorriso sulla penna, restano senza risposta. Ma allora …. A cosa serve in definita questa filosofia? E soprattutto, cosa si intende per servire? Al lettore la risposta …. Tra una messa in piega e una permanente!
Il libro verrà presentato a Firenze venerdì 8 giugno alle ore 21, alla libreria Melbookstore di via dei Cerretani.
Oriana GUARINO, Il bigodino di Rosalba; la filosofia è ovunque è in nessun luogo, Padova, Edizioni Panda, 2012, pp. 177, € 13,50
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